Notizie dal gruppo di lettura GDL (59°)

“Uomini e no” di Elio Vittorini.

 

copertina del Libro

Nella serata (21 giugno 2011) più lunga dell’anno il tempo è volato e molto altro ancora ne sarebbe servito per parlare di “Uomini e no” di Elio Vittorini.
La lettura di questo libro, considerato ormai “fuori moda” ha attratto lettori appassionati anche da fuori provincia!..La forza della letteratura……
Mai come in questa occasione i lettori si sono schierati su due fronti opposti; una metà ha accusato grande fatica nel procedere nella lettura, tanto da non riuscire a terminarlo e quelli più volonterosi e ligi che ci sono riusciti non hanno poi trovato elementi validi da compensare la fatica. Si è detto che la guerra di Resistenza era stata raccontata meglio da altri autori e in altri romanzi … e che, se l’intento dello scrittore era di divulgare il disagio e la disperazione della guerra, non aveva sicuramente raggiunto lo scopo…
Ma ecco che la seconda parte della tavolata di lettori comincia a snocciolare motivi validi per superare l’iniziale spaesamento provocato dalla scrittura,

Immagine tratta dal film
Immagine tratta dal film

È stato definito un libro POTENTE, un romanzo che non vuole concedere nulla al suo essere romanzo, l’autore ti porta nel mezzo del gelo della guerra civile, dove si uccide e si ride sui corpi stesi di vecchi e bambini, dove l’insensatezza dell’umanità prende il sopravvento, dove uomini e cani sono addestrati ad obbedire, a dilaniare corpi di altri uomini, così, alla rinfusa….
Alcuni hanno visto la parabola discendente del capo partigiano, nome in codice N2, che sfinito e svuotato lascia al destino di accadere, smette di resistere, si abbandona al nulla, sarà l’eroe senza testimoni, l’antieroe che passa le consegne al “novellino” che a sua volta inizierà la parabola ascendente di entusiasmo e paura, la necessità di reagire, la speranza che verrà la fine di tutto questo…
Ancora altri letttori hanno trovato nei dialoghi ossessivamente ripetuti, una trama drammaturgica, una pièce per attori severi ed inespressivi, tragici.

l'autore Elio Vittorini
Elio Vittorini

Si è sentita la necessità di localizzare temporalmente lo scritto, e sapere che mentre l’opera nasceva , fuori, ancora, si sparava e si moriva per strada ci ha dato una scossa e forse ci ha aiutato a comprendere il perché della “durezza” della scrittura.
Uomini e no è stato considerato una grande testimonianza sull’orrore della guerra e soprattutto sulla capacità dell’uomo di essere “banalmente” crudele.
Il prossimo romanzo che leggeremo sarà “Un giorno questo dolore ti sarà utile” dell’autore statunitense Peter Cameron.

L’appuntamento è previsto per martedì 26 luglio 2011.
Chi fosse interessato può chiedere in biblioteca o telefonare allo 051940064 o scrivere a [email protected]

Alcune foto della serata – Cliccaci sopra per ingrandirle.
foto Serata 01
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 foto Serata 04

2 Comments on Notizie dal gruppo di lettura GDL (59°)

  1. Voto: molto bello.
    Libro di difficile lettura, almeno all’inizio, con due storie, una dentro l’altra, espresse con linguaggi molto diversi tra loro.
    Linguaggio poetico, quasi onirico, quello della storia di Enne2 e Berta, che racconta di sentimenti forti, alti, che attraversano il tempo.
    Prosa più semplice ma di straordinaria efficacia quella che racconta le vicende della lotta partigiana. Qui l’uso del dialogo, di quel dialogo, con funzione descrittiva è un’invenzione linguistica originalissima, di lettura a volte complessa ma di forte presa.
    Il contenuto è terribile, tanto più perchè raccontato “in diretta” e con toni di apparente normalità; la storia, per i protagonisti, sembra svolgersi in un ambito di ordinarietà agghiacciante.
    La distinzione proposta dall’autore fra uomini e non-uomini è semplice e senza appello:
    – I partigiani che vengono descritti come persone buone e semplici che accettano la crudeltà della guerra come necessità, comportandosi anche come lupi fra i lupi, ma senza perdere la propria umanità, la propria aspirazione alla vita.
    – I non-uomini, fascisti e nazisti,che vivono la guerra con feroce banalità fino a far risultare più umani i cani addestrati a sbranare che non gli stessi uomini che li conducono.
    Tenuto conto del momento in cui il libro venne scritto, non stupisca la nettissima distinzione fra bianco e nero (evviva!). La guerra è così. Il tempo per i distinguo verrà poi.
    Libro che desta forte impressione, destinato a “restare dentro”.

    Viviana & Giampiero

  2. 1. Voto: 7 –
    2. Scrittura: non fluida a causa dell’eccessivo uso del discorso diretto; anche i piccoli capitoli non mi hanno aiutata nella lettura scorrevole del libro => discorso diretto = dialoghi veloci – piccoli capitoli => rallentano il dialogo. Scrittura stringata ed essenziale, senza descrizioni. All’inizio del libro ho fatto fatica a capire il racconto vero e proprio, nel corso della lettura ho capito gli intrecci dei personaggi.
    3. Racconto:
    • Molto toccante, la resistenza viene spiegata molto bene da entrambi i punti di vista: quello del partigiano e quello del nazista. Viene messa in dubbio la resistenza, per la prima volta si leggono anche gli “errori” commessi dai partigiani.
    • Molto bella la frase: “Bisogna che gli uomini siano felici. Che senso avrebbe il nostro lavoro se gli uomini non potessero essere felici?”
    • Il titolo è azzeccatissimo. Durante la guerra credo vengano fuori le peggior cose in assoluto e solo lì si vede chi è uomo e chi non lo è.
    • Il libro parla di grandissimi ideali: la libertà, il combattere ed il non combattere, morire e sopravvivere, l’umanità e la disumanità (“le bestie”).
    • Personaggi:
    o Enne 2: pur essendo il capo partigiano non è un eroe, anzi è un uomo problematico, tormentato e disperato, privo della fede politica di Gracco. Il suo soprannome è enigmatico come il personaggio. Si pone un sacco di domande, ha dei dubbi, cosa non tipica per un eroe di guerra. I suoi dubbi lo rendono umano e mi hanno fatto capire che dietro ad ogni combattente c’è pur sempre un uomo. L’amore non ricambiato lo fa impazzire, di fronte al netto no di Berta, si lascia prendere dal nemico, attendendo l’ultimo duello con il capo fascista Cane nero, alla fine e solo alla fine morirà da eroe (suicidio per amore).
    o Berta: non è un personaggio positivo, trova il grande amore, ma è sempre divisa tra due uomini, l’eterna indecisione che non porta da nessuna parte. Non ho trovato una descrizione dettagliata della donna, me la sono solo immaginata, forte e grintosa in apparenza, nel profondo la sua indecisione porta Enne 2 alla morte.
    o Gracco e gli altri: come mi sono sempre immaginata i partigiani, forti e giusti
    o Cane nero: il cattivo, anche qui l’ho sempre immaginato così!
    o Operaio della fine del libro: che cerca di imparare ad uccidere i tedeschi in motocicletta. Nel momento in cui deve agire, però, si ferma e risparmia il tedesco, perché lo vede “troppo triste” e si rivede negli occhi del ragazzo che doveva essere la sua vittima.
    SARA BENFENATI

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