Notizie dal gruppo di lettura GDL (63°)

foto copertina

“Un cuore così bianco”

di Javier Marias

15 novembre 2011

Ieri sera si è tenuto il 63° incontro del GDL. Il libro letto dai partecipanti è dello spagnolo Javier Marias dal titolo Un cuore così bianco che è una citazione ripresa dal Macbeth di Shakespeare.

Mai come in questa occasione risulta difficile lo scriverne.
Questo romanzo, per la maggior parte dei lettori, è risultato di difficile lettura: contorto, troppi gli incisi, troppo lunghe le frasi. Credo che in realtà, non sia e non voglia essere un libro facile, l’autore stesso non credo sia uno scrittore facile….

 

La narrazione di Marias è un continuo scavare, decifrare e catturare ogni rapido palpito di pensiero, di associazione, di ricordo nell’attimo stesso in cui si formula e lo rende magistralmente con la scrittura
Per alcuni Il libro è un viaggio nella memoria familiare alla ricerca di conoscenze che sono state negate, ma la scoperta delle verità spesso è un dolore, il cuore non è più così bianco.
Frasi, o addirittura pagine, la cui lettura richiede tempo, non è prevista l’urgenza.
E’ impossibile la fretta.
Parole tra loro vicine che potrebbero restare appoggiate sul comodino per essere guardate, lette , assaporate, assorbite…“il matrimonio è un’istituzione narrativa”.
L’autore dichiara, in una postilla aggiunta al testo, di scrivere senza pre-meditazione, di usare solamente la bussola per avere una direzione, andar per mare seguendo i pensieri…., l’unica regola è quella di non cambiare il già scritto, così come nella vita non si può cambiare il già fatto e soprattutto non si può ignorare il saputo…..
foto autore javier marias
L'autore Javier Marias
La sensazione di alcuni, invece, è che nella storia vi sia una perfetta architettura: nelle primissime pagine, così veloci che quasi non ricordiamo di averle lette…, viene descritto il “fatto” con una cifra “filmica” con una precisa regia teatrale, un affresco immobile e preciso dell’evento. Poi, l’apparente divagare ci disorienta …ma…..ecco che tutti gli elementi fintamente casuali troveranno una funzione, si riuniranno, l’intreccio invisibile troverà una conclusione nello svelamento e il cuore non sarà più così bianco….Per il prossimo incontro, che si terrà il 13 dicembre 2011, abbiamo scelto un classico della letteratura italiana: “Lessico famigliare”di Natalia Ginzburg.
Chi fosse interessato può chiedere in biblioteca o telefonare allo 051940064 o scrivere a [email protected]
Auguro buone letture a tutti
aa

Nota del redattore : ho trovato un interessante commento sul sito dei GRUPPI DI LETTURA.
Lo riporto integralmente :

Un cuore così bianco: le opinioni del gruppo di lettura di Cologno Monzese1.

Problemi di traduzione?In apertura di sessione abbiamo affrontato alcune questioni relative alla traduzione, che avevano un po’ agitato le acque della nostra lettura. In effetti, molti lettori avevano notato che nel testo rimanevano alcuni punti oscuri, e che a volte quest’oscurità non appariva dovuta a scelte narrative dello scrittore bensì a questioni linguistiche. Intanto abbiamo scoperto che i lettori avevano letto due diverse traduzioni dell’opera, una di Bianca Lazzaro (Donzelli, 1996) e una di Paola Tomasinelli (Einaudi, 1999) e che quest’ultima era quella distribuita in biblioteca, la più recente, la più prestigiosa e anche quella con maggiori problemi.Proseguendo abbiamo evidenziato alcuni brani del testo originale accompagnandoli dalla traduzione dell’edizione Einaudi. In particolare abbiamo concentrato la nostra attenzione su un primo esempio, perché si tratta di una frase che si ripete varie volte in poche pagine e acquisisce un notevole significato nel contesto. Quando Luisa, parlando con Juan in una delle frequenti “scene del cuscino” contenute nel romanzo, afferma “Desde luego que querré saber si un día piensas matarme”, è chiaro che Luisa si rivolge a Juan affermando che le piacerebbe saperlo se un giorno lui pensasse di ucciderla. Ma se nella traduzione italiana (“E’ ovvio che vorrei saperlo se un giorno decidessi di uccidermi”) si omette il soggetto della dipendente, si può intendere facilmente (soprattutto in un contesto animato dal fantasma suicida della zia Teresa) che è lei (Luisa) colei che pensa di uccidersi, ma in questo modo non si capisce niente del successivo dialogo e il lettore rimane con la sensazione di qualcosa di imperfetto e di poco comprensibile.Citiamo questo esempio non per cercare il pelo nell’uovo bensì perché siamo convinti che una buona o cattiva traduzione può decidere il destino di una lettura. Paola Tomasinelli è una valida traduttrice ed i problemi di traduzione riscontrati sono probabilmente il risultato di una macchina editoriale improntata a far uscire un libro dietro l’altro, senza curarli con l’attenzione e la passione che meriterebbero. Il lavoro del traduttore è spesso sottovalutato, gli editori pagano poco il lavoro svolto e non controllano la qualità del prodotto.

One Comment on Notizie dal gruppo di lettura GDL (63°)

  1. 1. Voto: 6 1/2
    2. Scrittura: fluida, anche se trovo il romanzo troppo lungo ed a tratti non strutturato perfettamente. Certe descrizioni, non utili, servono a fare stancare il lettore.
    3. Racconto: non credo che ci sia una vera e propria trama, ma sia piuttosto un racconto introspettivo incentrato sull’amore (nel vero senso della parola? A me non lo ha trasmesso) e sulla morte. Su verità dette e su altre non dette, troppi dubbi e perplessità mai platealmente ammesse, mi sembra che ogni personaggio sia uno, nessuno e centomila. Il personaggio principale, senza nome, non ha colpe, secondo me perché è refrattario alle parole ed alle colpe degli altri. Un tipico menefreghista, ad esempio ha un atteggiamento di assoluta indifferenza con la moglie, le dice bugie o non gli dice sempre come sono andate le cose, con il padre del quale non conosce neanche la vera storia con la zia e con la prima moglie, però passa una serata sul terrazzo ad ascoltare la conversazione di due amanti o pensa (in parte) a quello che sta facendo la sua amica a NY con “Bill”. Un bugiardo o una persona “incompleta” anche sul lavoro, dove non traduce perfettamente quello che i diplomatici dicono, per farsene burla o per disprezzo?
    Troppo introspettivo, a tratti freddo e privo di un vero e proprio concetto di amore, come lo intendo io.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*