Chi siamo

Il Gruppo Di Lettura è:

un gruppo di persone che…….possono leggere …amano leggere…amano parlare di ciò che leggono……..

In genere la lettura viene esercitata prima e nel gruppo viene portata la sua eco, l’alone di entusiasmo, riprovazione che ha indotto .Ma nulla vieta di praticare anche in questa sede la lettura ad alta voce, contaminando e mescolando le pratiche di lettura pubblica e collettiva.

Nei gruppi si parla di libri letti o di libri da leggere . Sarebbe auspicabile e fruttuoso che al termine del proprio lavoro un gruppo di lavoro chiamasse l’autore esaminato a discutere, a confrontarsi , a intrecciare i sentieri della scrittura con quelli della lettura, chissà..forse un giorno…

Cos’e’ un Gruppo di Lettura?
Perché ritrovarsi per discutere sulle letture fatte? Dove ci si ritrova? Cosa di deve fare all’interno del Gruppo di Lettura?

Alcune considerazione relative ai Gruppi di Lettura:

1. La lettura non è un’attività sociale.
Non date retta a chi si ostina a sostenere il contrario. Un gruppo di lettura non fa letture di gruppo. Ciascuno si legge il libro scelto e poi, in un incontro a una data stabilita, si discute di quel libro. Si parla di ‘lettura condivisa’ per distinguerla, appunto, dalla lettura di gruppo. [cfr. Ferrieri, La lettura condivisa, Alberto Manguel, Una storia della lettura].
Parlare ad altre persone di un libro letto non sempre viene facile, naturale. Discutere di un libro, in modo pertinente e interessante, significa molto spesso aprire una finestra sulle proprie idee e i propri sentimenti.
2. Il gruppo di lettura deve avere confini permeabili.
In entrata, uscita, rientro, ri-uscita e così via. Un gruppo di lettura che rende difficile il transito si trasformerà presto in un ciarliero salotto; e in esso la conservazione del salotto stesso sarà più importante della qualità e varietà della discussione. Perché un salotto è diverso da un gruppo di lettura.
Più pericoloso ancora: un gruppo che non favorisce il transito in entrata e uscita, rischia di irrigidirsi, faticherà a rinnovarsi e soffrirà molto l’instabilità generata da ogni inevitabile abbandono.
3. Il gruppo di lettura ha bisogno di una casa.
O meglio di un luogo pubblico che faccia da casa. Certo, molti gruppi di lettura si riuniscono davvero nelle case private. Ma questa pratica, lo si intuisce, lo spingerà presto a diventare il citato ‘salotto’. L’esperienza ha fino a oggi indicato che le biblioteche pubbliche sono il luogo ideale per fare da casa a un gruppo di lettura. È il luogo più aperto, e capace di favorire il ‘transito’).
4. La discussione di ciascun libro in un gruppo di lettura, funziona meglio se guidata da un moderatore, in alcuni gruppi chiamato ‘maestro di gioco’. È importante che il moderatore cambi per ogni libro discusso. Un buon metodo è affidare di volta in volta il ruolo alla persona che più ha a cuore il libro scelto.
5. Serve anche qualcuno che faccia da collante fra le persone e fra una riunione e l’altra. Comunica a tutti data e ora delle riunioni; comunica il libro scelto a chi non ha partecipato all’ultima riunione; si fa venire qualche idea per pubblicizzare il gruppo e favorire il “transito” in ingresso (mansione solitamente svolta dalla bibliotecaria).
6. La scelta del libro è un fattore decisivo: ve ne accorgerete quando avrete mandato a monte tutto con scelte “medie”, fatte per non scontentare nessuno, o scelte superficiali. È un’affermazione banale, d’accordo. Eppure, quando il gruppo di lettura si consolida, dopo un po’ di libri e le relative riunioni di discussione, la scelta può diventare quasi una routine; e in questo modo viene sottovalutato l’impatto che questa scelta avrà sull’intensità di partecipazione alla condivisione della lettura.
Libri scelti dopo discussioni intense sono indicatori significativi della salute del gruppo di lettura. Libri scelti quasi senza pensarci dovrebbero essere un segnale d’allarme sulla salute del gruppo.
7. Non è necessario fissare regole per la condotta della discussione.
Di solito il gruppo si autoregola. Trova equilibri che si ridefiniscono ogni volta, anche dipendenti dal moderatore, dal numero di partecipanti alla discussione, dal libro discusso. Un gruppo autoregolato riesce anche ad ammortizzare il potenziale di rovina generato da elementi di disturbo, per esempio il narcisismo di qualche partecipante.
8. Chi partecipa a un gruppo di lettura non fa critica letteraria; non sostituisce i critici di professione. Ovviamente non si può impedire a un lettore di provare a fare il “critico”. Ma un ‘vorrei essere un critico’ tende ad appensantire la discussione e a creare malintesi e diffidenze. Viene visto come “uno che sale in cattedra”. La discussione funziona meglio se i lettori/partecipanti esprimono al massimo l’esperienza soggettiva di lettura di quel libro, senza le pretese di oggettività nel giudizio estetico che segnano ogni ‘vorrei essere un critico’.

One Comment on Chi siamo

  1. Ri-leggendo qui i commenti alle letture, ri-pensandoli dopo una ri-flessione sulla ri-unione del gruppo, trovo nuovi stimoli e idee. Tra le altre quella di leggere, durante gli incontri, sperimentare l’ascolto.

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